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Pensioni, via alla riforma; dal 2008 quarantanni di contributi

Pensioni, via alla riforma; dal 2008 quarant'anni di contributi

10 marzo 2020 / Notizie nazionali

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La riforma delle pensioni sarà varata venerdì, assieme alla Finanziaria e, tra le varie misure conterrà anche l'innalzamento dell'età contributiva a 40 anni dal 2008. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a Dubai, dove è in corso la riunione annuale del Fmi. Una riforma che "si può definire strutturale", ha detto, "radicalmente sufficiente a modificare la curva nella dinamica corretta, che è quella dei prossimi decenni". E che, secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, consentirà un risparmio di circa 12 miliardi l'anno per i conti pubblici, portando l'Italia, nel lungo periodo - assicura Alberto Brambilla, sottosegretario al Welfare - "non solo in linea, ma nella fascia bassa" dei Paesi Ue per costi previdenziali.

"Abbiamo l'obiettivo - ha detto - di portare a 40 anni l'età contributiva a ridosso del 2008. E siamo convinti di farlo. Inoltre, da subito partiranno gli incentivi che probabilmente produrranno effetti. E anche questo è importante". Così come immediatamente sarà dato il via ai fondi pensione perché "la vera riforma è anche fare il secondo pilastro, paradossalmente anche più importante".

Meno convinto è sembrato il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, che si è rivolto direttamente a Tremonti, seduto al suo fianco in occasione di una conferenza stampa a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale. "Mi permetta una domanda", ha esordito il numero uno di Via Nazionale, "ma non credo che veniate a dire che questa è la riforma". E ha aggiunto: "È certamente un primo passo, quanto importante lo vedremo". Da Fazio è arrivato comunque una sicura promozione alla decisione di intervenire sull'età contributiva: "È la direzione giusta", ha osservato. Più in generale, Fazio ha osservato che anche le misure che puntano a portare a 65 anni l'età anagrafica di pensionamento "vanno bene perché un sessantacinquenne di oggi è molto diverso" rispetto a quando l'attuale sistema previdenziale venne varato. Certo, ha sottolineato, il ritorno sui conti pubblici non sarà immediato.

Le riforme strutturali hanno bisogno di tempo per esplicare in pieno i propri effetti. "L'avessimo fatta cinque anni fa, oggi ne raccoglieremmo i benefici", ha concluso il governatore.

"Sarà una riforma equa", ha assicurato per parte sua il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che, parlando al Venezia al popolo leghista, ha spiegato che "non taglierà per fare cassa le pensioni di chi ha lavorato per tanti anni pagando i contributi ma, al contrario, si accanirà contro gli sprechi, i privilegi, e le tante posizioni che non sono più giustificabili e che fanno alzare grandi lamenti".

Il ministro Maroni ha alzato il tono contro quelli che, a suo avviso, sono i privilegi del pubblico impiego, "di chi - ha spiegato - ha una pensione non di 516 euro al mese, ma di 516 al giorno, e ce ne sono tanti di questi nel pubblico impiego". Lavoratori, ha proseguito Maroni, che godrebbero di pensioni "non d'oro, ma ultra oro. Ecco, a questi - ha insistito - chiederemo da subito, a loro sì è giusto chiedere subito un sacrificio, perché chi prende 8-900 euro al giorno deve contribuire per far aumentare le pensioni di chi questi soldi non li vede neanche in sei mesi".

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