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Il boom italiano delle tv di quartiere. Alcune dedicate agli anziani

Il boom italiano delle tv di quartiere. Alcune dedicate agli anziani

25 aprile 2020 / Notizie nazionali

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Quanto più il mondo viene ad essere globalizzato, quanto più le economie tendono a strutturarsi in macrostrutture, tanto più le realtà periferiche, i microcosmi (paesi, quartieri, circoli di fabbrica), quelli che si trovano inevitabilmente emarginati dai grandi circuiti di visibilità, reagiscono ritagliandosi spazi d'autonomia. Talvolta a costo di violare le regole fissate dal sistema economico ufficiale.

E' il caso delle microemittenti tv, che stanno crescendo a ritmo vertiginoso. Metterne in piedi una, infatti, è facile e costa poco: così, 10 mesi dopo il debutto della bolognese Orfeo Tv, matrice di tutte le street-tv d'Italia e punto d'origine del loro circuito in rete (www.telestreet.it), in Italia oggi trasmettono almeno 60 tv di strada.

Niente sembra in grado di arrestarne il fermento, nemmeno il rischio di multe e denunce penali. Esse infatti, violano la legge Mammì, che vieta l'esistenza di emittenti prive di concessione governativa. Trasmettono su frequenze minori, sfruttando lo spazio dell'etere non raggiunto dal segnale delle tv commerciali e pubbliche; ma secondo i loro promotori non c'è da parte del governo un vero interesse a reprimere un fenomeno come questo, che ha i caratteri dell'illegalità invisibile.

Chi rappresentano le street-tv? Lo abbiamo accennato: strade, rioni, paesi, fabbriche; e cosa rappresentano? I punti di vista di loro creatori o di categorie meno rappresentate: per esempio c'è chi ha dato voce agli anziani, ai ricordi e alle storie legati alla seconda guerra mondiale.

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